PALMANOVA – 10 GIUGNO 2020

Utopie naturali

L’incantevole Ophrys apifera è già sforita e già lo sapevamo, ma siamo qui lo stesso; dopotutto anche il lino giallo non è male ed è un’autentica rarità. Se poi ci mettiamo vicino anche la calcatreppola campestre, praticamente introvabile altrove! Arriva un temporale; era previsto. Passa in 5 minuti. Si parte. Oggi in senso orario. Il giro dei bastioni è una nostra specialità: di notte; con la luna; al tramonto. Tutto già sperimentato, tutto bellissimo. Oggi come novità c’è l’acqua alta e limacciosa nei canali attorno alle mura. Disegna un paesaggio d’ocra, surreale per l’alta pianura. Le sinuose fronde dei salici piangenti ondeggiano lievi al gaio vento estivo. Luci drammatiche annunciano l’imminente arrivo di un’altra burrasca e ci viene in soccorso un gustoso gelato in centro. Niente male questo tempo birichino. Durasse così per sempre… Ripartiamo. Il sole ora è trionfante e gli sorride anche la bocca di leone trincerata sul bastione. In un paesaggio semi-tropicale sbuca una fila di tartarughe americane in termoregolazione su un ramo secco del canale. La nutria non le impensierisce, la folaga fa il fatto suo ed i germani starnazzano. Gruccioni si librano nell’aria limpida, un gheppio staziona a mezz’aria e le farfalle hanno ripreso a visitare fiordalisi e altri fiori dei prati stabili. Tutto ci appare perfetto in questa mescolanza esotico-nostrana che è la natura attorno alla città stellata. È utopia questa convivenza attorno all’utopico sogno urbano di Palmanova? Forse sì, ma intanto ce lo godiamo a occhi aperti.

L’intorno di una stella è luminoso e vivo quanto il suo interno. Palmanova non fa eccezione. Per il naturalista è sempre una ghiotta occasione di scoperta. Ogni volta che la esploriamo compare una nuova forma vivente, approdata alla base degli inespugnabili bastioni.