CAORLE – 1 FEBBRAIO 2020

Mattino d’inverno in laguna

La mattina è grigia e umida. Lame di nebbia tagliano radenti la campagna veneto-friulana: affettano filari di pioppi cipressini, attorniano casolari abbandonati, invadono i canali e le rogge di risorgiva. Dopo aver mandato in tilt il navigatore alla ricerca di inesistenti scorciatoie, attraversato viali surreali in mezzo ai campi con alberature secolari, dopo una sosta on the road in uno snack-bar vintage, approdiamo in laguna. L’atmosfera è quella delle battute di caccia in stile Hemingway, e qualche pagina di “Di là dal fiume e tra gli alberi” ci sta tutta. Camminiamo sull’argine di conterminazione, verso nord. A destra, tra le cannucce palustri emergono le piramidi dei tipici casoni caorlotti, appuntite come missili. A sinistra il banale paesaggio agrario delle bonifiche. Un casòn è aperto: due uomini lo stanno sistemando. Ci fanno vedere il segno dell’acqua alta che ovviamente non ha colpito solo Venezia, ma si sa, Venezia è Venezia e dei casoni caorlotti “nisun ne parla”. Tanti danni e tanta forza d’animo. Figli di pescatori di laguna, gente tosta, cordiale; battute sempre pronte. Proseguiamo nell’incanto del mattino che non vuole aprire spazi al sole, del tempo sospeso tra il grigio del cielo e l’acqua immota della laguna. Ecco la foce della Livenza: un semplice canale bordato da canneti. Il percorso si addentra nel fitto della vegetazione sempreverde tipo tropicale tra bambù, pittosfori e rampicanti. Su pontili traballanti attraversiamo un misterioso villaggio di palafitte; ci muoviamo nel labirinto precario degli ormeggi, come in una delle città invisibili di Calvino, curiosando qua e là, vigilati dallo sguardo sornione di panciuti gattoni dall’aspetto trasandato di una colonia lagunare. L’ora di pranzo arriva in fretta. La variopinta Caorle senz’altro saprà soddisfare anche il nostro appetito di cibo, visto che gli occhi e lo spirito son già sazi.

Hemingway la sapeva lunga: da queste parti trovava belle donne, belle ville, buona ospitalità, buon vino, storia, cultura e soprattutto tante anatre da impallinare.