SELLA CHIANZUTAN – 26 LUGLIO 2020

Da sua Maestà

Ben presto il fitto bosco, che solo a piccoli tratti concedeva ai raggi del sole di solleticare le umili erbe nemorali, lasciò spazio alle antiche praterie montane. Varcandone il diafano spazio, di fatto entrammo nelle sfarzose stanze dell’immenso castello, rimanendo incantati da cotanta ostentata ricchezza. Centinaia di specie in fiore, dalle forme più stravaganti e dai colori più ammalianti, precedevano la lussuosa sala del trono. Ve ne citerò solo alcune, e solo per diletto, sapendo di far torto ad altre, non meno nobili e considerevoli di nota: vi era la slanciata genziana maggiore (Gentiana lutea), circondata dalla schiera dei profumatissimi garofanini (Dianthus hyssopifolius, D. sylvestris, D. barbatus) e delle pimpanti campanelle (Campanula glomerata, C. rotundifolia, C. trachelium) che danzavano sul tappeto giallo del caglio zolfino (Galium verum); a mezza via ci si piazzò davanti un superbo veratro nero (Veratrum nigrum), di certo fidato consigliere di corte che, viste le nostre amichevoli intenzioni, ci fece passare. Pungenti cardi (Carduus defloratus, C. nutans) ci mantenevano lungo il percorso segnato, proteggendo gli ambiti tesori, mentre i cuscini della ginestra stellata (Genista radiata) ostentavano ancora qualche sfarzoso ricamo, a ricordo di una recente esposizione artistica. Superando schiere di candidi ombrellini (Peucedanum, Laserpitium, Angelica…) abbelliti da perle di cangianti coleotteri e succose ambrette (Knautia), che avevano pure attirato uno sfavillante macaone (spilla regale a tanto fascino), giungemmo finalmente al cospetto di sua maestà, la Regina delle Alpi. Ci osservò con distaccata grazia, accennò ad un saluto, mosso dalla calda brezza di valle, e tornò alle sue passioni: nutrire migliaia di fedeli imenotteri, bombi, api e coleotteri, che beatamente si strusciavano sul suo violaceo colletto e tra le pungenti pieghe dell’abito regale, come vezzosi animaletti di compagnia, intenti a trasportare dall’una all’altra delle superbe corolle, prezioso polline per i lunghi anni a divenire del suo millenario regno.

La sua puntualità è sempre stata fuori discussione: come tutte le vere regine, Lei non si fa mai attendere, né mai giunge prima dell’ora. Raggiunta la sella, ai confini del suo regno, proseguimmo su marcata traccia, inoltrandoci nella foresta: una regale faggeta di grande bellezza.