Crocus day

L’incontenibile avanzata dei Crocus regala a queste terre immagini da cartolina. Altrove un simile spettacolo sarebbe un’attrattiva per viaggi turistici. Ma in Friuli i Crocus sono al sicuro. Non potevano crescere in una regione più schiva e restia al turismo di massa. Questa è la loro salvezza. Temono infatti il calpestio e perciò si tengono alla larga da vie trafficate e sentieri battuti. Puntuali emergono dal profondo suolo del bosco dove i bulbi hanno trascorso quasi un anno in segreto e fioriscono a migliaia, improvvisamente. I coraggiosi bombi e le prime api vengono richiamati da questi mari colorati e dai profumi che noi sentiamo solo debolmente, ma i loro efficienti sistemi olfattivi distinguono da lontano. Vi accorrono nelle ore centrali del giorno, fintanto che i raggi diretti del sole scaldano le corolle e le temperature si mantengono miti favorendone l’apertura. Lo scambio pattuito è il classico baratto tra fiori e pronubi: buon nettare e tanto polline in cambio di un solo granello di quest’ultimo da consegnare al fiore accanto, depositandolo sullo stigma arancione. Tutto lì, poi la pianta saprà arrangiarsi. Lo stilo, finissimo prolungamento dell’ovario, nutrirà il tubetto pollinico consentendo ai nuclei generativi di intraprendere un lungo viaggio di un decimetro o più, e non è distanza da poco per corpuscoli microscopici, uscendo dal granulo di polline per raggiungere l’ovario sotterraneo, al sicuro, al riparo dai possibili ritorni del freddo. Altro esempio di saggezza botanica. Anche la simultanea comparsa dei fiori è una strategia vincente per questa specie, un altro espediente evolutivo che permette il rimescolamento genetico, il relativo mantenimento di una notevole variabilità, alte capacità di adattamento ambientale. Inoltre consente agli insetti, ancora infreddoliti durante queste prime giornate di fine inverno, di ottenere il massimo vantaggio in quanto a ricompense alimentari con il minimo dispendio di energie, senza dover coprire grandi distanze tra un fiore e l’altro. Una distesa di Crocus non è che l’ennesima evidente dimostrazione di quanto la natura sia efficiente e sorprendente. È una spettacolare aula didattica a cielo aperto dove imparare, o ripassare la lezione più volte osservata, ma probabilmente non ben compresa, che tratta di efficienza, funzionalità, utilizzo oculato delle risorse, cooperazione… La vera green economy, che i veri economisti probabilmente conoscono solo in parte, o nulla.

La primavera si annuncia sui colli e sulle balze assolate delle prealpi friulane con un colore su tutti: il violetto. Colore che invade gli ambienti silvani pedemontani, dai boschi di robinie ai vecchi castagneti, spingendosi fino ai caldi versanti, tra carpini neri e ornielli, calandosi nelle ombrose conche vallive dove svettano aceri e frassini maggiori. Si riversa sotto intricati noccioleti, deborda al limite dei prati e sgorga nei fossati, fino mescolarsi con il verde dell’erba novella sulle rive e diluirsi infine con l’acqua dei ruscelli.