CAMPO DI BONIS – 24 GIUGNO 2020

Campo di Bonis

È bello rifare lo stesso percorso in un’altra stagione. Brillavano alla brina del mattino gli steli secchi del prato a fine dicembre, e ora sono uno sfavillio di colori questi campi pronti allo sfalcio. Chi l’avrebbe mai detto che tra quelle morte erbe si celavano si belle orchidee, e l’arnica pure, rara da queste parti; e raponzoli, garofanini, cumino… Camminare in questa conca verde è rilassante. Alzi lo sguardo da quel fulgore fiorito e vedi solo natura, quelle vicina dei boschi che circondano il pianoro, scortata a nord dalla quinta dei pascoli aggrappati ai pendii assolati. La bastionata che dal Gran Monte traccia sino allo Stôl un orizzonte regolare di creste erbose rappresenta la preziosa essenza delle Prealpi Giulie. Dopo la sosta alla sorgente e un saluto ai cavalli liberi iniziamo a scendere verso il selvaggio rio Boncic, che da qui a breve ci delizierà con lo spettacolo delle note cascatelle. Lo scenario è sempre quello: natura in libertà, un tempo domata in prati e boschi curati, ora di nuovo sfuggita allo stato brado primigenio. E tutta questa energia del “back to the wild” la percepisci ad ogni passo mentre scendi al bizzarro torrente facendoti largo tra megaforbie e attraversando fangosi guadi. Ma ti appaga infine l’impervia bellezza del sito che qualcuno, anni addietro, ha vanamente tentato di imbrigliare in un sentiero attrezzato e che ora, strappate le funi metalliche, è tornato da madre natura, come vorremmo fare noi ogni volta che passiamo di qui.

La spianata di Campo di Bonis, circondata con rispetto dalle montagne senza esserne assediata, è uno dei luoghi più incantevoli delle Prealpi Giulie. Ci torniamo per San Giovanni, sei mesi dopo l’ultimo giro da queste parti, a Santo Stefano.